Corriere della Sera ROMA / CRONACA
Il delitto all’Inps, 30 anni a Micucci
Uccise a coltellate la moglie e l’amico
Mauro Micucci assassinò i due nell’ascensore della sede dell’Inps a Centocelle dopo aver teso loro un agguato all’uscita dal lavoro. In aula c’erano anche i figli della coppia
di Giulio De Santis
In un’aula avvolta in un silenzio assoluto Mauro Micucci, dipendente dell’Inps responsabile un anno fa del duplice omicidio della moglie e di un amico nell’ascensore dell’istituto di previdenza, a Cinecittà, ha atteso immobile l’esito della sentenza. E quando il giudice Costantino De Robbio, con un filo di voce che tradiva l’emozione provocata dalla gravità del momento, ha pronunciato la condanna a 30 anni di reclusione, il killer ha abbassato la testa per evitare lo sguardo accusatorio dei tre figli.
Confermate in pieno le richieste del pm
Se la sentenza diverrà definitiva, Micucci uscirà dal carcere all’età di novant’anni. «I ragazzi sono diventati, di fatto, degli orfani. É questa l’amara sconfitta di Micucci», osserva l’avvocato Sebastiano Russo, legale di parte civile che ha rappresentato i parenti della moglie, Daniela Nenni. La pena decisa dal gup, al termine del rito abbreviato, ha rispecchiato la richiesta di 30 anni di carcere formulata dal pm Cristiana Macchiusi durante la requisitoria. Il duplice omicidio avvenne nel tardo pomeriggio del 27 settembre del 2014.
L’omicida era convinto che la moglie lo avesse tradito
Micucci si era recato in ufficio con un coltello lungo 20 centimetri. Il suo matrimonio era andato a rotoli. Daniela viveva ancora con lui nella villetta di famiglia a Gallicano nel Lazio, sulla Prenestina, ma, ormai, erano separati da mesi. Alle orecchie di Micucci era anche arrivata la voce di una simpatia della moglie nei confronti dell’ascensorista-elettricista Alessandro Santoni. La storia era oggetto di chiacchiere tra le mura dell’ufficio dell’Inps di via Umberto Quintavalle. Lei, però, non aveva mai voluto confermare quel pettegolezzo, consapevole del carattere iroso del marito. Precauzione tuttavia inutile. Micucci bolliva di rabbia al pensiero del tradimento.
«Volevo solo parlare con loro, volevo solo spaventarli»
Un mese prima del delitto aveva postato su Facebook «Vi sbrano» riferendosi a Daniela e ad Alessandro. Loro avevano lasciare cadere la provocazione. Quando quel pomeriggio, però, aveva visto entrambi vicini, con una certa complicità, aveva perso la testa ed estratto il coltello, uccidendoli senza esitazioni. Prima si era avventato su Santoni, poi aveva ammazzato la moglie. «Volevo solo discutere, magari spaventarli, non pensavo di ucciderli», così si era giustificato nell’interrogatorio di garanzia reso poche ore dopo il delitto. Parole che con non hanno scalfito la ricostruzione dell’accusa.
17 settembre 2015 | 08:51